Venezia il riccio, Venezia la volpe

PROFESSORE
Fernanda De Maio

COORDINATE
45.434577, 12.314407

LOCALITÀ
Santa Marta (Dorsoduro)

AMBITO
Centro Storico

TAG
Valorizzazione storico–culturale, Riqualificazione e rifunzionalizzazione, Forme dell’abitare collettivo, Green

TEMA
Poche sono le città al mondo ostinate quanto Venezia. Sorta in un luogo impensabile, la città si è costruita attraverso l’applicazione sistematica di una serie di paradigmi ripetuti: modalità costruttive adatte a fondare su un terreno instabile, impianti tipologici capaci di interpretare la densificazione laddove non era possibile sprecare spazio, spazi pubblici declinati su una duplice rete infrastrutturale. Con un atteggiamento da riccio, la città si è costruita ripetendo, fino ad assumere le sembianze di un tessuto coeso che ne ricopre uniformemente l’estensione.
Eppure poche sono le città al mondo imprevedibili quanto Venezia. Sorta in un luogo impensabile, la città ha dovuto continuamente inventare le proprie mosse. La sua eccezionalità è dovuta anche alla quantità di eccezioni di cui è fatta, alla continua meraviglia suscitata dalla continua scoperta di luoghi altri, prevalentemente vuoti, assorbiti all’interno di un pieno denso e labirintico. Con un atteggiamento da volpe, la città si è costruita per episodi, facendo proprie situazioni continuamente diverse.
Come comportarsi quando la città si trova di fronte a nuove aree disponibili, caratterizzate da una condizione di vuoto e di marginalità? Venezia si costruirà come conferma e reinterpretazione di un’immagine o come invenzione e aggiunta di una nuova soluzione?
L’area ex Italgas appare come un muro, talvolta abitabile ma in massima parte ridotto alla sua essenza, che recinta un vuoto in cui galleggiano alcune cose sparse. Queste cose sparse sono tutti elementi che raccontano Venezia nella molteplicità dei suoi strati; si tratta di edifici – tese, gasometri, palazzine – e pezzi di infrastrutture ferroviarie, viarie e d’acqua, che rimandano a cataloghi di figure note ed elementari con cui sono costruite le parti di Venezia oltre il muro, nel suo orizzonte. Queste cose sono l’alfabeto costruttivo della città iperdensa che si estende da Mestre a Marghera alla laguna tutta, con il suo epicentro nel bacino marciano. L’area ex Italgas costituisce una sorta di crocevia di più accessi alle diverse Venezia e un preludio a tutte queste.

DESCRIZIONE
L’area ex-Italgas rappresenta una grande occasione di trasformazione urbana nella Venezia di oggi. Ciò è dovuto sia alla sua dimensione territoriale sia alla sua posizione strategica: vicina ai tre accessi principali di Venezia (Piazzale Roma, Stazione ferroviaria e Tronchetto) ma anche al polo universitario di Santa Marta e al Porto.
L’area ricade in una zona che ha assunto un carattere prevalentemente industriale nel corso degli sviluppi successivi alla costruzione del ponte ferroviario a metà Ottocento; dal 1907 al 1970 è stata occupata da impianti di produzione e fornitura gas per Venezia. Proprietà della società Italgas, il terreno ora comprende, oltre alle strutture dismesse come quelle dei gasometri, un gruppo di fabbricati industriali dove vengono mantenute alcune attività amministrative.
Nonostante la forte presenza di vegetazione l’area risulta inquinata ed è attualmente sottoposta a un intervento di bonifica.