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Lo stato di salute di Venezia è questione che interessa il mondo intero, una composita rappresentanza della cui popolazione (circa 30.000.000) visita ogni anno la città lagunare. I pericoli di degrado sono davanti agli occhi di tutti e vanno dalle conseguenze future dei cambiamenti climatici a quelle presenti di un turismo più che invasivo, dai rischi di spopolamento ai pericoli relativi al passaggio delle grandi navi. Si tratta di preoccupazioni comprensibili vista l’unicità di Venezia e rispetto ad esse vanno ricercate soluzioni puntuali che, peraltro, la gente veneziana ha in vario modo prospettato. La continua denuncia dei rischi corre però a sua volta un rischio, quello di restituire un’immagine di Venezia come città in irreversibile declino mettendo in secondo piano ciò che della città è ancora vitale. Venezia è infatti, malgrado tutto, una città viva.

Seppure in calo i residenti del suo centro storico costituiscono una comunità attiva e fortemente coinvolta nella difesa della propria città, l’ambito metropolitano di cui fa parte definisce un territorio in cui la presenza di industria, agricoltura, commercio e servizi offre importanti e variegate occasioni di lavoro; infrastrutture importanti come porti, aeroporti, reti ferroviarie e autostradali assicurano alla città accessi e connessioni più che efficienti, a livello nazionale e internazionale, lo stesso turismo rappresenta una risorsa ingombrante ma allo stesso tempo straordinaria. Oltre a ciò, Venezia costituisce per molti suoi aspetti un modello da cui è ancora possibile imparare.

In tempi in cui la sostenibilità è sempre più un valore condiviso, la città offre i vantaggi di una città senza traffico; la stessa dimensione del suo centro storico mostra come una certa misura urbana possa costituire un fattore ulteriore di vivibilità; le sue calli, i suoi campi le sue fondamenta ci danno una testimonianza di come un corretto equilibrio tra spazi della residenza e spazi pubblici e una loro gradazione costituisca un ulteriore fattore di benessere, la qualità architettonica non ha bisogno di commenti. E potremmo aggiungere alla lista la secolare attività dei veneziani volta alla cura della propria città e alla difesa dagli eventi naturali, la conseguente attenzione ad un paesaggio inteso come complemento fondamentale della città costruita. E, ancora, possiamo aggiungere la resistenza di Venezia a trasformarsi in parco turistico e la difesa di attività come quelle industriali, artigianali e commerciali che fanno parte del particolare carattere della città. Non ultima, una presenza studentesca, garantita dalle Università veneziane, al Conservatorio e all’Accademia, che contribuisce alla vitalità di intere aree urbane.

Anche questo è Venezia, anzi, soprattutto questo è Venezia, un luogo che ospita, con la Biennale, le più importanti manifestazioni mondiali nell’ambito dell’Arte, dell’Architettura, del Cinema, musei e monumenti straordinari, una condizione unica nel rapporto tra terra e acqua. Venezia è anche una città in cui ogni evento ha un’eco che pochi altri luoghi al mondo possono assicurare, la la sua frequentazione ha sempre ispirato gli architetti che l’hanno visitata, da Wright, a Kahn, a Le Corbusier e prodotto a sua volta straordinari architetti come Carlo Scarpa.  Anche a partire da qui, l’idea di dedicare Wave 2019 non solo ai suoi problemi, di cui come Università quotidianamente ci occupiamo in vari modi: garantendo una presenza studentesca, promuovendo eventi, mettendo spazi a disposizione, conservando edifici prestigiosi all’uso pubblico, ma soprattutto alle occasioni che offre.

In una città eccezionale lo Iuav di Venezia è stato fin dalla sua nascita una scuola eccezionale, unica in Italia per struttura e componenti. Per quanto riguarda l’Architettura è stato il luogo di nascita di un’idea del progetto profondamente legata allo studio e al rapporto con i luoghi a cui si applica. Un’idea dell’architettura non solo come produzione di oggetti a grande scala ma come cura e attenzione del proprio contesto. Alla presenza di Iuav in città si deve il fatto che gli aspetti architettonici ed urbani, sia per quanto riguarda la contemporaneità che la storia, hanno conosciuto una quantità di studi e attenzioni che poche altre città possono vantare. Ciò che in questa scuola e in questa città si è sperimentato ha costituito un modello per tante altre città e università del mondo.

Con Wave 2019 il rapporto tra Architettura e luogo torna al centro dell’attenzione coniugato con un tema, quello della sostenibilità ambientale, a cui tutti oggi siamo chiamati a rispondere come cittadini, come docenti, e come progettisti. Wave 2019 parte dall’ idea, che può apparire provocatoria, che Venezia, pur con i suoi problemi, contenga in sé vari tratti di sostenibilità e che una pratica progettuale coordinata possa far emergere questi aspetti. Ogni funzione a cui l’architettura sia chiamata a rispondere può essere declinata, oggi, in due modi: nel segno dell’indifferenza all’ambiente o nel segno dell’attribuzione ai progetti di un “valore aggiunto” che preservi o migliori dal punto di vista sociale e ambientale i luoghi in cui si colloca.

Wave 2019 chiede ai progettisti invitati di declinare questa seconda attitudine. Usando come occasione di progetto una serie di aree strategiche e di indicazioni funzionali indicate dal Comune di Venezia saranno sviluppati progetti nel segno della sostenibilità e del rispetto ambientale, in collaborazione con l’Ordine degli architetti di Venezia, il CNA, l’ANCE Venezia e l’Associazione albergatori di Venezia (AVA).

L’obiettivo è dimostrare come progetti di questa natura, coordinati e applicati ad un territorio speciale come quello veneziano, possano costituire, singolarmente e nel loro complesso, un formidabile modello di progettazione virtuosa che accolga le necessità di una città unica e le coniughi con le responsabilità più generali che l’Architettura è chiamata ad assumere nei confronti di un ambiente in pericolo. L’obiettivo è contribuire che Venezia torni ad essere un modello.