In un recente passaggio veneziano Richard Rogers ha evocato la “sostenibilità” di Venezia: «Venezia è speciale, la più bella città del mondo. È città sostenibile, compatta, c’è l’acqua e si va a piedi».
Spesso si dimentica questa verità a cui si potrebbero aggiungere altre caratteristiche positive: Venezia è oggi poco inquinata, ha un rapporto ancora virtuoso con il territorio che l’ha generata, non ha immediata periferia, modifica se stessa con il modificarsi delle condizioni climatiche, è ricca di spazi di socialità a scala umana, fa convivere passato e presente.
Preoccupati dall’imponenza del fenomeno turistico si perde di vista la sostanza di una città unica non solo per i monumenti che contiene ma anche per l’insegnamento straordinario che una visita può restituire.
Proporre Venezia come modello di città sostenibile ai milioni di turisti che la visitano significa completare la conoscenza della città unendo a ciò che si vede – ma in fondo è già noto – come i monumenti principali, anche quell’esperienza di vita urbana che solo una visita diretta e consapevole può restituire.
La capacità di riverbero in tutto il mondo delle impressioni di decine di milioni di visitatori all’anno potrebbe inoltre, se orientata, costituire una formidabile propaganda non solo su di una bellezza che la città non ha bisogno di divulgare tanto è nota, ma anche su come i fenomeni urbani anche contemporanei possano ritrovare forme di compatibilità con l’ambiente e l’uomo.
Non più solo la cartolina, dunque, ma la città sostenibile, dalla storia complessa, un esempio sempre più utile specie se comparato alla attuale inefficacia dei modelli di sviluppo urbano.
Su questo tema Wave 2019 intende coinvolgere non solo i 1500 studenti e i 30 docenti internazionali che da anni, per tre settimane, lavorano insieme nel più importante Workshop di progettazione universitario al mondo bensì a tutti i livelli chi visita o conosce la città.
Nella pratica ciò significa riprogettare gli accessi alla città, alcuni suoi luoghi e, in generale, la comunicazione che viene data al visitatore. Significa connotare punti nodali di scambio, nel tessuto storico o nei bordi di terraferma, in cui il tema della sostenibilità veneziana venga sostanziato e comunicato attraverso, informazioni, percorsi di visita, materiali, strutture. Significa utilizzare l’architettura contemporanea come strumento non solo per valorizzare un patrimonio unico ma per modificare la univocità della “visita” veneziana, prolungarne nel tempo gli effetti, mettere in evidenza il “modello Venezia” in un mondo in cui le città conoscono forse il momento più critico della loro storia millenaria.